sabato 30 novembre 2013

La libertà in INTO THE WILD

Dopo aver visto il film con alcune classi di Agraria lascio alcuni spunti di riflessioni, tratti dalla rete, che ci serviranno in aula per approfondire il discorso.

Metafora della ricerca interiore
Un ragazzo che abbandona la famiglia e la società e si rifugia nelle remote e sperdute lande dell'Alaska per contestare la società e i suoi meccanismi stritolatori, per sottrarsi al bigottismo e all'ipocrisia del sentimentalismo borghese. Sarebbe troppo banale e, se questo fosse stato l'intento, Penn, il regista, avrebbe fallito lo scopo. 
Chris, il protagonista, si addentra nell'Alaska per trovare quello cerca, ma soprattutto per trovarsi. La natura è metafora di una ricerca interiore che ha come obiettivo la scoperta dell'autentico e del vero. Penn utilizza il viaggio di Chris in chiave simbolica, ma più che manifestare intenti di critica politica indica una strada. Ed è la strada dell'interiorità, la strada maestra dell'umanità, quella che da tempo abbiamo abbandonato, la strada del "conosci te stesso". Chris non è un isolato, ma cerca di essere "solo". Solo per sentire la sua voce più autentica. 
Disseminare la storia delle citazioni di Thoreau, Tolstoj e London è una chiara dimostrazione che l'intento del regista è quello di indicare "un nuovo modo di vedere le cose". 
 Ma la scena finale, con Crhis che muore sorridendo, è una vera e propria illuminazione. La grandezza di Penn sta proprio dalla sua capacità di raccontare una storia di "trasformazione interiore" attraverso un percorso che si dipana lungo il continente americano, la cui geografia è tradizionalmente metafora della conquista di spazi interiori. Era il vero intento di Kerouac, andando oltre la strada come retorica dell'autostop, della droga e della libertà (come libertà da divieti). Era la vera inclinazione di Thoreau, Emerson e dello stesso Henry Miller. Qualcosa di profondamente radicato nella tradizione americana e che in London ha la sua espressione più "selvaggia e naturale". 
La vicenda di Chris, una persona che si è interrogata sulla natura dei rapporti sociali e sull'inautenticità che può pervaderli, una persona che sceglie la strada della solitudine (e non dell'isolamento) per trasformarsi interiormente e per trovare una nuova consapevolezza. Raggiuntala, vorrebbe tornare nel mondo e condividerla. E' questo il messaggio di Penn: la condivisione. 
Chris, novello Cristo, dopo il deserto vuole diffondere la lieta novella. E, anche tra gli uomini, Chris raggiunge la saggezza imparando (dall'anziano signore) che nel perdono si ama veramente. E alla fine ha perdonato tutti, anche i suoi genitori. L'illuminazione è lì, in quel perdono. Chi ci vede solo la critica alla società si perde gran parte del significato di questo film meraviglioso, che ti stringe le budella e ti fa riflettere. Raccontare la ricerca della verità attraverso una storia di grande appeal non è da tutti, e Penn ci riesce alla grande.

Aspetto vostri commenti....


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