domenica 30 marzo 2014

Blood Diamond

Dopo l'incontro con Emergency, la riflessione sul tema delle guerre nel mondo è continuata con la visione, in alcune classi, del film Blood Diamond.
Un film, con scene forti, che invita a riflettere sull'orrore delle guerre e, nel caso della Sierra Leone, sulla realtà, purtroppo drammatica, dei bambini soldato.

Il regista di questo film è Edward Zwick, e come nei suoi precedenti lavori di regia (“L‘ultimo samurai”, “Attacco al potere” ecc.) coniuga, con sempre più impressionante maestria la narrazione, l’azione, ed una caratteriale forza emotiva dei personaggi, che danno alla narrazione del film un corpo solido e coeso, accattivante, dalla prima all’ultima scena. 
L’ambientazione è nella Sierra Leone, teatro di una guerra civile che ha avuto inizio negli anni ’90. 
In questa terra d’Africa la vita umana ha un valore legato alla ricerca di quei sassolini luccicanti e preziosi che sono i diamanti. Solomon Vandy (Djimon Hounsou), ha la vita sconvolta dalla guerra civile. 
Viene sottratto alla sua famiglia, fatto prigioniero dai ribelli, e reso manovalanza nelle miniere per l’estrazione dei diamanti. 
Solomon, setacciando il terreno fangoso, pesca un grosso dia- mante rosa, d’inestimabile valore. 
Riesce a nasconderlo, in un momento fortunato, durante lo svolgimento infernale di una battaglia civile. Danny Archer (Leonardo Di Caprio), ex mercenario dello Zimbabwe, è un mercante di diamanti, che naviga in un giro di corruzione e violenza senza scrupoli. 
Le vite di questi due personaggi ad un certo punto della storia confluiscono, accomunando i loro destini, e la pietra preziosa è l’oggetto di questo sodalizio. 
Danny Archer vuole mettere le mani su quella pietra, che gli permetterà, piazzandola ai trafficanti, di uscire da quel giro micidiale di morte e di corruzione. E Salomon, che sa dove l’ha nascosta, in un certo senso accetta il patto di dare in cambio la pietra pur di ricompattare la sua famiglia, ormai dispersa. 
I due personaggi affrontano situazioni infernali, uniti, nella lotta, in compagnia di una tenace giornalista americana, Maddy Bowen (Jennifer Connelly), che si trova in Sierra Leone per scoprire gli interessi economici e politici che si nascondono dietro la ricerca dei “diamanti insanguinati”. 
Un giro losco e crudele a livello internazionale, che vede accomunati i leader dell’industria dei diamanti, senza alcun principio morale. 
La giornalista Maddy ha capito che Danny Archer può essere fonte di verità per le sue ricerche, al fine di scoprire il grosso giro sotterraneo del commercio delle pietre preziose. E così offre il suo aiuto ai due avventurieri, per attraversare il territorio dei ribelli. 
Durante il viaggio, Salomon apprende che il figlio è nelle mani dei ribelli, e fa parte dell’esercito dei baby-soldati. 
Il pescatore di Mende, da quel momento ha un solo scopo: recuperare suo figlio, a tutti i costi, ed il diamante sarà l’oggetto dello scambio. 
“Blood Diamond” è un film straordinario nelle sue materie d’espressione, come le splendide immagini fotografiche che ritraggono quei luoghi dell’Africa devastati da una guerra d’interesse internazionale. La narrazione è fluida ed avvincente, così la recitazione. 
Sempre più valido come attore-professionista Leonardo di Caprio, disinvolto nella cinicità ed arroganza che caratterizza il suo personaggio. 
Grande merito alla scenografia. Le riprese dall’alto delle bidonville della popolazione della Sierra Leone sono mozzafiato. 
Le scene di guerriglia non sono mai banali, a tratti riportano alla memoria l’ambientazione scenica del film di Coppola: “Apocalypse Now”. Ed è proprio questa l’idea che alla fine Edward Zwick riesce a trasmettere: una storia apocalittica, sulla miseria umana che usa due pesi e due misure nei riguardi di quelle popolazioni, come quella Africana, afflitta da guerre fratricide, senza sapere neanche la ragione di fondo che alimenta i conflitti all’interno del paese. 
I diamanti rappresentano il valore che garantisce denaro, tanto denaro. Ma il prezzo di queste pietre è molto più alto del loro valore di business commerciale, sono pietre sporche di sangue. “Blood Diamond” è alla fine un film che attraverso il viaggio disperato dei protagonisti, l’avventura, la dinamicità dell’azione scenica, parla di politica, senza retorica, spiattellando sullo schermo situazioni e condizioni di vita reale, lasciando sul volto dello spettatore soddisfazione per il film visto, ma anche un messaggio forte, che sicuramente lavorerà nella sua mente. 
(recensione  di Rosalinda Gaudiano da http://www.cinema4stelle.it/)



3 commenti:

  1. E' un film che mostra la realtà dell'Africa e mi ha fatto riflettere come per un diamante ci sono stati tanti morti e schiavitù.
    Alberto

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  2. MI ha colpito il cambiamento dei bambini-soldato che vengono educati alla violenza e la vita degli africani che viene considerata come un oggetto.
    Andrea

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  3. Ho riflettuto molto sulla cupidigia e la voglia di denaro che fa commettere cose indegne e cambia radicalmente le persone.
    Anche la profonda trasformazione del protagonista Danny Archer è un elemento chiave del film. Da trafficante senza scrupoli arriva ad aiutare Salomon lasciandogli il diamante, in questo modo riscatta la sua vita.
    Inoltre un altro elemento di riflessione è l'amarezza e l'impotenza del popolo africano di fronte alla violenza dei bambini soldato.
    Lucio

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