mercoledì 23 marzo 2016

Vangelo di Giovanni commentato dagli studenti



Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura! ». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti. Gv 6, 16-21






In quel tempo, molti dei discepoli di Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».

Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.
Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?». Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».





Per comprendere meglio la frase "se mi chiederete qualcosa nel mio nome, io la farò" bisogna collocarla nel contesto del capitolo 14 di Giovanni dove Cristo si accomiata dai suoi discepoli.
Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.
 In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.  Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio.  Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò




lunedì 7 marzo 2016

OSEA: il profeta della Misericordia

Osea- Basilica S.Gaudenzio a Novara
Osea è il primo dei profeti che ha avuto l'ardire di fare dell'amore umano, che esiste tra lo sposo e la sposa, il simbolo dell'amore di Dio verso Israele, suo popolo; e ha avuto l'audacia di concepire il patto tra Dio e Israele come un'alleanza nuziale, uno sposalizio d'amore, con tutto ciò che in fatto di intimità e di tensione questo possa comportare.
E questa sua interpretazione si riflette nel suo linguaggio, che è ricco di tutta una terminologia d'amore, che si riferisce all'amore sponsale. Così ad esempio egli parla di cuore, di fidanzamento, di fedeltà, di seduzione, di gelosia, di adulterio, di prostituzione.
Come Osea è arrivato ad applicare un così audace simbolismo? Vi è pervenuto, non inventando una parabola a scopo didattico, ma partendo dalla sua esperienza personale di vita, quella di un matrimonio infelice, di un amore tradito:

Quando il Signore cominciò a parlare a Osea, gli disse:
"Va', prenditi in moglie una prostituta
e abbi figli di prostituzione,
poiché il paese non fa che prostituirsi
allontanandosi dal Signore" (Os 1,2)
Il Signore mi disse ancora: "Va', ama una donna che è amata da un altro ed è adultera; come il Signore ama gli Israeliti ed essi si rivolgono ad altri dei" (Os 3,1)

P. Aurelio Pérez